Corleto Monforte


Comune appartenente all'Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Municipio Piazza Municipio 84020 (SA)

tel. 0828 964001     fax 166 123 456


Comune con circa 700 abitanti. Sorge su di uno sperone alle pendici sud-orientali dei monti Alburni, circondato dalle valli dei torrenti Palati e Rapi. Fa parte del Parco del Cilento e Vallo di Diano.

È raggiungi­bile dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria, uscita Atena Luca­na: si prosegue sulla S.S. 166 per Km 22 quindi si devia sulla Pro­vinciale 12 per S. Angelo a Fasanella.

 

Cenni storici:

Corleto Monforte fu originariamente chiamata Coryletum per indicare il luogo in cui abbondavano i noccioli. In epoca più recente era proprietà di numerosi feudatari e a quest'ultima epoca risalgono le numerosi fortificazioni e torri che ancora si possono ammirare. Ed è proprio di questo periodo la cronaca secondo cui, durante la rivolta dei baroni contro Federico II nel 1246, le truppe dell'imperatore, dopo la presa di Capaccio e la fine della rivolta, devastarono tutti i territori di coloro che avevano partecipato alla congiura ed incendiarono castelli ed altro. Particolare il fatto che, dopo venti giorni di assedio i Corletani, per dimostrare all'avversario di essere ben forniti di vettovaglie e capaci, quindi, di resistere anche a lungo, anziché lanciare pietre ed altre armi contro gli assedianti, lanciarono formaggio. Il comandante imperiale pensò bene di togliere l'assedio. Corleto subì gravi danni dalle truppe sveve ma l'abitato non fu toccato per le sue fortificazioni e le sue forti mura.

 

 

Cosa vedere:

Sul luogo dove oggi sorge la chiesa parrocchiale di Santa Barbara, si ergeva un tempio dedicato a Diana. Qui, in età medioevale, fu edificata una chiesa dedicata a Santa Maria dell’Elice; tra  il 1750 e il 1762, venne costruita quella attuale. La chiesa è divisa in tre navate. Sulla parete di fondo dell’abside, collocata una’ancona lignea settecentesca, con tre sculture raffiguranti San Rocco, Sant’Elisa e Sant’Antonio Abate. Opera del 1720, firmata dall’artista napoletano, Nicola Masi, è, poi, la statua di Santa Barbara; del 1660 circa, è il pregevole dipinto raffigurante la Sacra Famiglia, attribuito ad Agostino Feltrano. L’altare maggiore in marmi policromi, provenienti dalla chiesa di Sant’Andrea di Auletta, fu qui collocato nel 1814; l’organo monumentale, l’incontro facciata, è opera del 1802, della bottega dei Carelli. Staccato dal corpo della chiesa ed eretto su una roccia in piazza Diana, sorge il campanile, edificato nel 1825.

Lanciandosi alle spalle la torre medioevale che si erge accanto al Municipio e salendo per suggestivi vicoli fiancheggianti da casette in pietra, si arriva alla chiesa del Rosario, ricostruita nel 1712. Essa raccoglie opere di grande pregio, quali la Sacra famiglia, la Vergine fra i santi Lorenzo e Francesco nel 1676, la settecentesca Vergine dei sette dolori, probabilmente proveniente da altre chiese del paese. Sull’altare maggiore, il dipinto de la Vergine del rosario con i quindici misteri, pregevole opera  di fattura settecentesca.

Inerpicandosi nella parte più alta e suggestiva del paese si arriva alla chiesa di San Giovanni Battista, oggi in restauro. Essa occupa una posizione incantevole, sorgendo nello spazio del fossato dell’antico castello. Edificata nel 1568, fu completamente rifatta entro l’ultimo decennio  del XVIII secolo.

Carmine Natale, pittore nato a Castel San Lorenzo nel 1713, firmò nel 1797, i dipinti che ne ornano la volta absidale, effigiandovi gli evangelisti e l’incoronazione della Vergine. La statua di San Giovanni opera del 1719 del Napoletano Nicola Masi.

Da via San Giovanni, percorrendo via Montagnola e via San Filippo, dopo aver ammirato il portale rinascimentale di casa Ferraro, del 1486, si arriva alla chiesa di San Teodoro.

All’antichissima cappella si accede da un portale intiera del XIII secolo, che reca, sull’architrave il rilievo dell’Annunciazione. Questa chiesa, oggi rudere restaurato, e ricoperto da un tetto a doppia falda, è un bel vedere mozzafiato su tutta la sottostante valle del Calore.

A circa 1 Km dall’abitato, alle pendici della collina Ponticelli, è ubicato il santuario della Madonna della Selice, fondato verso il IV secolo d.C. , ampliato nel XVIII secolo e parzialmente rifatto nel 1881, fu definitivamente abbattuta ex-novo nel 1960.




Fiere feste e sagre:

Festa della Madonna della Selice;




Attività:

La popolazione è dedita preva­lentemente alla zootecnica ed al­l'agricoltura, si producono infatti vino, olio, grano e formaggio. La produzione più prestigiosa è quella dei formaggi, legata ad antiche tradizioni che ne fanno un prodotto altamente qualifica­to ed apprezzato.