Roscigno




Comune appartenente all'Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Dianoe Alburni.

Municipio Piazza Silvio Resciniti, 1 84020 (SA) tel. 0828 963043     fax 0828 963188

 

Roscigno si estende su di una collina a 570 metri sul livello del mare, ha 860 abitanti ed è caratteristico per la sua posizione geografica perché domina la val­le del fiume Ripiti e del suo af­fluente Sammaro.

 

 

Cenni Storici:

E’ ignota la data di fondazione di questo ex casale di Corleto Monforte. È certo però che, verso la fine dell'anno mille, fu costruito un convento dai Benedettini distante un miglio a sud dalla località oggi chiamata Piano, con accanto la chiesa di S. Venere. I corletani, che possedevano terreni in quelle zone e soprattutto i pastori, i porcai e i bovari, trovavano disagevole percorrere ogni giorno la distanza intercorrente tra l'abitato e i loro poderi, di circa quattro miglia in linea d'aria. Per questo motivo intorno al convento dei Benedettini alcuni Corletani cominciarono a costruire degli insediamenti. Le abitazioni divennero sempre più numerose finché non sorse un vero e proprio agglomerato che fu chiamato Roscigno poiché nella zona abbondavano gli usignoli, in latino luscinia. Nel 1860 i cittadini di Roscigno aderirono con entusiasmo alla rivolta contro i Borboni e alla dichiarazione di annessione al Piemonte. In tutto erano 1500 armati che, aggregati alla colonna di Lorenzo Curzio, presero parte alla repressione dei moti filo-borbonici nell'avellinese prima, e alla battaglia del Volturno poi. Successivamente nel 1902-1908, in seguito a leggi speciali sui paesi franosi, gli abitanti di Roscigno furono costretti ad abbandonare Roscigno Vecchia per trasferirsi nel nuovo centro sito a pochi chilometri più a monte.

 

 

 

Cosa vedere:

Sul pianoro del monte pruno, estremo sperone meridionale della catena degli alburni, sono stati effettuati scavi archeologici, iniziati negli anni venti del Novecento e proseguiti, sistematicamente, sono dal 1980. questi scavi hanno confermato, che fin dal VI secolo a.C., furono qui presenti comunità stabili indigene.Nella valletta di Cuozzi, prospiciente la piana pestana e nota col toponimo locale di Trazzera degli stranieri, e stata messa in luce un’abitazioni articolata in più vani, sposti intorno ad un cortile centrale. Parte degli interessantissimi reperti, rinvenuti sul monte pruno, sono oggi visibili nel museo archeologico di roscigno,ubicato nell’aula del Municipio, sulla sinistra di chi entra. Nel museo, con annesso laboratorio di restauro, sono esposti alcuni significati oggetti, ritrovati sul Monte Pruno. A poche decine di metri dal municipio, la chiesa di San Nicola di Bari, in Roscigno Nuova, ospita un Museo Sacro, con opere di grande interessa, appartenuta alla più antica e omonima chiesa.Vi si segnalano, soprattutto per il loro notevole valore, il dipinto su tavola della seconda meta del sedicesimo secolo, che ritrae l’Eterno padre col Cristo Crocifisso e Santi;tre splendide sculture quattrocentesche, raffiguranti la Vergine di Costantinopoli e i SS. Cirillo e Metodio, una scultura di San Nicola del XIV secolo.Scendendo verso il vecchio borgo di Roscigno, ci si imbatte nell’antica cappella della Madonna dei Martiri, attigua all’attuale Cimitero, con la scultura murata della Vergine dei Fichi.Nella sua ieratica frontalità tardo-bizantina, essa rimanda ai modelli popolari del XIV secolo, ricorrenti nell’area Cilentana e negli Alburni.Poco oltre si estende Roscigno Vecchia.Tra il 1902 e il 1908, con due successive ordinanze del Genio Civile, ebbe inizio il progressivo abbandono del borgo che sorgeva su un territorio sottoposto ad eventi sismici e a continue microfrane. L’abitato viene ricostruito a circa 1 Km  più a Nord. Ad un secolo di distanza dall’esodo, il fascino deserto dei luoghi e la struttura del paese, rimasta pressoché intatta, ne hanno accresciuto la suggestione. La piazza, con la fontana circolare e le più antiche vasche sottostanti, si presenta come un raro scritto urbanistico: chiusa tra un antico olmo, le case in pietra e l’antica chiesa di San Nicola di Bari, ricostruita entro il 1770, distrutta da un incendio appena quattro anni dopo e, ancora una volta, pietrificata.

Roscigno Vecchia, patrimonio mondiale dell’UNESCO, offre anche la possibilità di visitare l’interessante Museo della Civiltà Contadina e pastorale, nel quale si espongono quegli oggetti  che testimoniano l’antichissimo legame dei roscignesi con la terra dei sui cicli stagionali




Fiere Feste e Sagre:

Caratteristiche sono la festa dì San Nicola di Bari e la fiera del bestiame che si tengono in Ro­scigno Vecchia. Interessante è l'iniziativa da parte della popola­zione di voler ricordare le antiche tradizioni nella festa di Ro­scigno Vecchia.

A tale iniziativa lavorano la Pro-Loco di Roscigno Vecchia, la Soprintendenza ai beni Ambien­tali Architettonici Artistici e Sto­rici di Salerno, il Comune, la Co­munità Montana Alburni e la Re­gione.

L'obiettivo principale di questa festa è quello di salvaguardare l'antica struttura abitativa, rima­sta quasi intatta.




Attività:

La popolazione è dedita preva­lentemente all'agricoltura e alla pastorizia, infatti si producono cereali, vino, olio e formaggi. È d'obbligo per i turisti assag­giare la cucina locale fatta di piatti genuini, come il cacioca­vallo arrostito, il capretto alla brace, i «cavatielli» e un'infinità di piatti variegati.