Sicignano Degli Alburni

 
Comune appartenente all'Ente Parco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni.

 Municipio Piazza Municipio  84029 (SA) tel. 0828 973002     fax 0828 973500

È un paese di circa 3300 abitanti, situato a nord-est della catena degli Alburni a 670 metri sul li­vello del mare. È raggiungibile agevolmente con l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, infatti essendo il paese munito di svin­colo, appena usciti da questo bi­sogna immettersi sulla provin­ciale (36) e quindi deviare dopo 6 Km per la S.S. 19. Dopo circa 2 Km si giunge allo Scorzo (fra­zione di Sicignano) e quindi bi­sogna immettersi sulla provin­ciale Sicignano-Petina (35).

 

Cenni Storici:

Sicignano degli Alburni ebbe il suo massimo splendore in età medioevale quando divenne borgo fortificato con un castello appartenuto alla famiglia Giusso. Il centro abitato è di antiche origini come testimoniano gli scavi che hanno portato alla luce una necropoli di età romana. Infatti il ritrovamento di monete repubblicane romane in argento (presso la stazione di Galdo, frazione di Sicignano degli Alburni), i resti della centuriazione graccana documentata da cippi, le notizie storiche del passaggio di Spartaco (73 a.C), i frammenti di epigrafi e di monumenti funerari, confermano, oltre ai riferimenti virgiliani sulle mandrie dell'Alburno, la notevole importanza di un area cardine tra la Campania, la Lucania ed il Bruzio (Calabria), rientrante nell'antichità nel territorio di Volcei (Buccino). Ed è una epigrafe tributaria di questa città romana a ripor­tare per la prima volta nel 323 d. C. il pr(ratus) o pr(aedium) Sicinianus, nome prediale attinente alla famiglia di un Sicinius.

Nel XVIII secolo passò alla fami­glia dei Fallettì e nel 1806, in segui-

to alla distruzione da parte dei Francesi, il borgo fu ricostruito da Ferdinando IV di Borbone. Solo nel 1928 al nome di Sicignano si è aggiunta la denominazione degli Alburni.

 

 

 Cosa vedere:

Dall’uscita dell’ A3 di Petina, risalendo verso Sicignano, si trova la frazione di Castelluccio Casentino, sul cui territorio sorgono la chiesa parrocchiale dell’Annunziata, di impianto settecenteschi, quella di Santa Maria dei Martiri, edificata nel 1538, e il suggestivo Santuario dedicata alla Vergine Incoronata.Dopo pochi chilometri si raggiunge la frazione di Galdo, che mantiene intatta la sua configurazione di borgo medioevale, costruita intorno la chiesa di Santa Maria dei Magi. La chiesa fu edificata nel XV secolo e ampliata nel 1733 e 1734, anni in cui fu costruito anche il possente campanile. In Santa Maria dei Magi si conservano il dipinto su tavola con l’Adorazione dei Magi, opera di un pittore locale del secolo cinquecento, e le scene della predella, eseguita, con mano più sicura, da altro pittore che vi raffigurò l’Annunciazione, la Resurrezione, e gli Apostoli. Di notevole interesse sono la tavola tardo-cinquecentesca raffigurante la Madonna degli Infermi e un dipinto su tela della seconda metà del seicento raffigurante L’Annunciazione. Significativi gli altari settecenteschi in pietra locale ubicati nell’area del transetto, e il dipinto coevo con il transito di San Giuseppe, modellato sui prototipi di Francesco de Mura. Nella chiesa di San Giovanni Battista del borgo di Terranova, si conserva un affresco della fine del XV secolo, recentemente venuto alla luce, e raffigurante Santa Lucia. Arrivati a Sicignano, da piazza Municipio, per via San Nicola, si giunge di fronte all’imponente mole del Castello Giusso, tra le più interessanti  costruzione difensive di tutta l’area campana. A pianta poligonale, l’edificio venne ricostruito su precedenze longobarde e normanne, tra il XIV e il XV secolo, secondo impianti architettonici e decorativi propri della cultura tardo-gotica di influenza francese. Nei secoli successivi appartenne ai Tocco, ai Faletti e, infine, alla famiglia Giusso. Oggi, la struttura, visitabile dall’esterno, è in restauro. Di fronte, si elevano i soli primi due ordini del campanile del XIV secolo, appartenuto alla collegiata di San Matteo.Imboccata via San Matteo e scendendo per le ripide e suggestive stradine del centro medioevale, si arriva in piazza Plebiscito, dove sorge la collegiata di San Matteo e di San Margherita. Fondata nel cinquecento, fu ampliata entro il 1780, data incisa su uno dei tre portali in pietra che ne ornano l’accesso. L’interno è a tre navate; quella centrale termina con ampia abside. Nella cappella che chiude la navata di sinistra, vi è una fastosa cona con i quindici misteri del Rosario, di fattura tardo-cinquecentesca; nella sua cimasa l’Eterno Padre Benedicente, opera del 1630 circa, attribuibile al Pietrafesa. Sull’altare che chiude la navata di destra, la tavola con l’Andata al Calvario, dipinto di un ignoto pittore ispano-meridionale della prima metà del XVI secolo. Assai eleganti e raffinate sono le sculture di Santa Margherita e San Matteo, opere di Niccolò Del Vecchio, risalenti alla seconda metà del settecento. Nella sagrestia sono attualmente conservati otto superstiti stalli del coro, provenienti dalla collegiata di San Matteo che, attribuì allo scultore aquarese Girolamo Consulmagno, si datano alla seconda metà del XVII.Risalendo per via Caracciolo, si arriva a piazza Umberto I, dove sorge la chiesa di Santa Maria del Serrone, con un bel portale di gusto rinascimentale. Nella nicchia, a capo altare, si ammira la struttura murata de la  Vergine col Bambino, pregevole manifattura della fine del XV. Nel retro della chiesa, vi è un interessante Lavatoio Pubblico, costruito nel XIX secolo.Prima di riprendere l’A3, uscita Sicignano, sulla strada provinciale, si innalzano i ruderi dell’antico Castello San Nicandro. Costruito nel XI secolo, esso era posto nell’immediata adiacenze del fiume Tanagro, per controllare il Nord della via Anima, nel punto di raccolto con le zone interne.

 

 

 

 

 

 

PIEDI LA TERRA

II sito si trova presso il valico della frazione Scorzo. Nella zona sono stati effettuati ritrovamenti collocabili tra l'Eneolitico ed il Bronzo medio ed inoltre presenta una notevole documentazione archeologica risalente all'epoca romana repubblicana. In quel tempo il territorio veniva attraversato dalla via Capua-Regio, detta anche Annia-Popilia, che giungeva alle Nares Lucanae (frazione Scorzo) dopo aver supe­rati i noti Juga Eburina.

 

Fiere Feste e Sagre:

Fra le tradizioni più importanti è da ricordare la festa di S. Rocco e le fiere nei mesi di Giugno ed Ottobre.

Di notevole interesse è senza dubbio la sagra delle castagne perché è importante rilanciare questo prodotto che è base del­l'economia locale.




Attività:

L'economia del paese si basa sull'agricoltura, il pascolo e le attività boschive. Si producono una discreta quan­tità di olio, ortaggi, castagne e derivati del latte. La castagna è un frutto il cui va­lore economico si è riscoperto negli ultimi anni, per questo ogni anno si organizza la sagra. I pascoli permettono un buon ri­cavato di latte per una buona produzione di formaggi freschi e stagionati fra cui le famose moz­zarelle.

Un'altra attività prevalente è la gastronomia locale, infatti, i nu­merosi ristoranti presso il valico Scorzo permettono di gustare piatti tipici e genuini.

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